“A marzo mi laureo. Vuoi esserci anche tu?”
Con queste parole, io e Shreyank, abbiamo dato inizio alla nostra relazione…a distanza! Eravamo sul tetto di un hotel a Delhi, a fine Novembre 2017, ed aspettavamo la nostra colazione, chai e paratha. Avevamo appena iniziato il nostro viaggio insieme nel Nord dell’India. A Dicembre sarei tornata in Italia.
Google Photos ci ricorda che tre anni fa, a marzo 2018, Shreyank c’era davvero alla mia laurea, venendo a trovarmi in Italia, per la prima volta.

Vogliamo condividere con voi alcune emozioni e situazioni che riteniamo possano essere utili per capire cosa voglia dire essere in una relazione mista…a distanza!
LA PAURA DI NON RICONOSCERSI
Ci siamo salutati all’aeroporto di Mumbai a Dicembre 2017 e ci siamo rivisti 4 mesi dopo in quello di Malpensa, a Milano. Questa volta ero io quella in ritardo, ricordo perfettamente ciò che indossavo e pensavo a quanto potessi sembrargli diversa rispetto a quella ragazza conosciuta in India. Maglione, collant, scarpe invernali.
“Mi troverà ingrassata?”
“Lui avrà ancora lo stesso odore?”
Corro subito a salutarlo e ad abbracciarlo. Contraccambia imbarazzato (con il tempo, ho imparato che l’amore è culturale, leggi cosa ho scritto a riguardo).

Se vi dico che nulla era cambiato dall’ultimo abbraccio, vi dico una bugia. Molte cose erano diverse, ed in questo sta una delle difficoltà maggiori per una coppia a distanza: sapersi riconoscere negli abbracci lasciati in sospeso.
Shreyank è stato silenzioso per i primi giorni. Da insicura cronica, ero convinta non provasse più lo stesso per me, ma dovevo solo dargli tempo di realizzare cosa stesse davvero succedendo: era dall’altra parte del mondo.
In una relazione a distanza, ci sarà sempre qualcuno che farà un viaggio. È importante tenerlo sempre a mente e dare il tempo all’altra persona di adattarsi (sempre, anche se è un luogo che già si conosce). Questo non l’abbiamo capito subito. Sarà un po’ come conoscersi di nuovo.
“TI PRESENTO I MIEI!”
Abbiamo conosciuto i miei genitori il giorno dopo il suo arrivo in Italia. Avevamo comprato i pasticcini, e Shreyank si è anche comprato dei vestiti nuovi per l’occasione. C’erano tutti, anche mia sorella maggiore e suo marito, tutti seduti intorno al tavolo, pronti per conoscere…
“Shereyank”, “Shrek”, “Come hai detto che si chiama?”
La cena è andata bene, a dir la verità non ho particolari ricordi, se non la sensazione che fosse tutto normale. La mia famiglia ha tanti difetti ma è accogliente e aperta (siamo noi stessi una famiglia mista Brasile e Italia), e questo è una grande fortuna e non devo darla per scontato. Mia mamma non ha manifestato particolari preoccupazioni in merito alla cultura e religione di Shreyank, si è preoccupata invece di chiedermi cose molto pratiche tipo:
“Che lavoro fa?”
Durante la serata, cercavo di tradurre il più possibile e la mia famiglia provava a comunicare con Shreyank usando Google Traduttore, i miei non sanno l’inglese. Mi sono divertita tanto a vederli insieme. Ho anche un vago ricordo di Shreyank che mostra a mio cognato e al compagno di mia mamma, alcune scene di una partita di cricket… non mi sembravano molto interessati!

Shreyank si è sentito subito a suo agio nella mia famiglia ed è rimasto sorpreso dalla loro accoglienza e apertura nel conoscerlo. (Giuro che l’ha detto lui!)
Ora che Shreyank ha conosciuto i miei genitori, potevo finalmente chiedergli:
“ma io, i tuoi, quando li conoscerò?”
Questo punto però merita un’altra storia! Anzi, un libro intero!
“SONO UN TURISTA INDIANO”: MA OCCHIO AI REQUISITI!
Shreyank non era mai stato all’estero e per lui essere in Italia ha significato tanto.
Insieme abbiamo visitato Milano, Bergamo, Como e anche Venezia…ma per la maggior parte delle giornate Shreyank stava da solo. Io lavoravo. Faceva le passeggiate in paese e ora se gli chiedi qual è il posto più bello sulla terra ti risponde:
“PARABIAGO!”.
Andava in centro, sul canale, ha preso il treno (nota persona: Mumbai Railways > Trenord), ed è andato anche a comprarmi dei fiori.

Gli sembrava tutto bellissimo, pulito e deserto. Per la prima volta in vita sua ha anche visto un po’ di neve (ma davvero poca), e mi emoziona guardare le sue foto sorpreso sapendo che ora viviamo in Canada, dove di neve ce n’è tantissima.

Shreyank era un turista Indiano in Italia. Ha dovuto chiedere un visto turistico Schengen. Per ottenere un visto turistico (di due settimane nel suo caso), un* indian* deve lavorare in regola, avere determinati soldi e un tot di altri documenti. Non è garantito che un* indian* ottenga il visto turistico così facilmente.

Noi possiamo definirci fortunati e privilegiati ma sappiamo che per molte coppie miste a distanza non è così, i soldi e il passaporto fanno la differenza. Non smetterò mai di dirlo: una coppia mista (a distanza) è fatta prima di tutto da due cittadini di paesi diversi, e questo sarà il problema maggiore.

LA MIA LAUREA: ESSERCI NEI MOMENTI IMPORTANTI
Il 13 Marzo 2018 mi sono laureata in magistrale con una tesi proprio su Mumbai. Shreyank mi ha aiutato con l’ultima impaginazione, la stampa e tutti gli ultimi preparativi, scandalizzato dalla mia poca conoscenza di Word. Gli ripetevo il mio discorso e non capiva assolutamente nulla di quello che dicevo ma mi riempiva di complimenti.
“Bravissima!”
Mi ha tranquillizzata e supportata anche se non capiva bene cosa stesse succedendo. Shreyank è rimasto molto colpito dall’ importanza della laurea in Italia, e di come questo evento sia una festa con amici e parenti. Della cultura italiana, apprezza l’importanza che si dà alla famiglia, un po’ come in India.

La laurea è andata bene, ero molto contenta. Vi dico la verità: ho invitato Shreyank alla mia laurea per “metterlo alla prova“. In una relazione a distanza ci vuole molto coraggio e sacrificio (anche economico), ed io non volevo iniziare una relazione a distanza “impossibile”: mi sento un po’ in colpa a dirlo, ma è giusto raccontare la verità. Shreyank però non si è tirato indietro, e credetemi, come vi ho detto prima, per un indiano non è facile venire in Europa.

Averlo avuto con me alla laurea, è stato magnifico ma in una relazione a distanza devi mettere in conto che ci saranno dei momenti fondamentali delle vostre vite, dove però l’altra persona non potrà essere presente. Questo vi farà sentire molto soli. Bisogna essere in grado di trovare modi alternativi per far sentire la vostra vicinanza.
SIAMO UNA COPPIA “NORMALE”…MA SIAMO DIVERSI
Per 15 giorni, io e Shreyank siamo stati insieme, come una coppia “normale”. Anzi, abbiamo anche convissuto. Siamo andati più volte al ristorante, abbiamo visto la tv insieme, cucinato e siamo andati anche al concerto di Ennio Morricone…e ci siamo addormentati.
Abbiamo iniziato a mostrare nuovi lati del nostro carattere. Io in Italia non sono chi sono in India, e di questo Shreyank se n’è accorto subito. Ho un ritmo diverso, più veloce, ed ho la piena consapevolezza di quello che succede attorno a me. Ad esempio, trovavo che Shreyank si muoveva con una lentezza tipicamente Indiana e la cosa mi innervosiva. (Sembro un po’ acida da questo racconto ma ci tengo a farvi capire che le differenze culturali vanno oltre il cibo e la lingua).

A ripensarci, forse ho voluto fare troppe cose e non ci siamo davvero goduti il tempo insieme. Ho cercato di recuperare tutto quello che ci siamo persi stando in parti opposte del mondo, ma non è una buona strategia condensare in qualche giorno dei mesi interi.
L’ambiente e lo stile di vita ci cambiano ed influenzano; infatti Shreyank ed io non siamo gli stessi a Mumbai e/o a Milano, e nemmeno in Canada. Siamo molto diversi, e nemmeno questo l’abbiamo colto subito! Ve lo lascio davvero come consiglio e/o promemoria: il contorno conta 🙂

I SALUTI: “CI VEDIAMO PRESTO, AMORE MIO!” MA QUANDO?
Come potete immaginare, le due settimane sono volate. Shreyank aveva il volo per Mumbai in serata. Siamo passati a salutare i miei genitori e vedere la mia mamma abbracciare Shreyank mi ha fatto battere il cuore.

Prima di andarsene Shreyank ha voluto toccare i piedi ai miei genitori.
Alt, non è fetish!
In India, i più giovani toccano i piedi delle persone che rispettano, ed in cambio ricevono la loro benedizione.
“Ehm, scusate, Shreyank chiede se vi può toccare i piedi!”
(scoppiano a ridere)
“Se è contento lui!”
A giudicare dalle facce dei miei genitori, erano proprio orgogliosi di passare per persone adulte e sagge. Hanno apprezzato e sono rimasti sorpresi da quel gesto. Anche nella cultura brasiliana si chiede la benedizione ai propri genitori “bença mãe“.
Andiamo a Malpensa.

Alla radio c’è una canzone di Cesare Cremonini, Nessuno vuole essere Robin. L’ascoltiamo in silenzio, è diventata una delle nostre canzoni preferite. Non sapevamo ancora bene quando ci saremmo rivisti, e questa incognita del “ci vediamo ma non so quando” non è semplice da dover gestire. Io avevo da poco iniziato un tirocinio ed avrei aspettato giugno per un eventuale contratto: diciamo che guardavamo all’estate con speranza.
Il mio consiglio è cercare di avere una data alla quale guardare, così da cerchiarla sul calendario, e poter iniziare il contro alla rovescia per rivedersi. La progettualità e parlare del futuro è la base per una relazione a distanza. La troppa incertezza farà solo del male ad entrambi.

Ci salutiamo.
Risalgo in macchina.
Il sedile accanto a me è vuoto.
Quanta strada abbiamo fatto.
Volevamo stare insieme.
È questo l’elemento chiave in una coppia a distanza e/o mista! (ed occhio che non è scontato nemmeno per le persone che abitano nella stessa città!)
Volevamo chiudere la distanza.

Riguardare quelle foto, mi fa provare tanta tenerezza. Shreyank è una persona genuina, e la sua semplicità nel guardare alla vita è ciò che mi colpisce più di lui. Sicuramente è un tratto caratteriale ma rivedo anche tanta India nei suoi occhi.
A mio parere, il valore aggiunto in una coppia mista sta proprio in questo: mettere sempre in discussione come la cultura di appartenenza ci ha insegnato a vivere.

E questo essere continuamente viaggiatori nelle vostre vite, ogni tanto vi farà sentire stranieri, ma vi regalerà nuovi meravigliosi occhi con cui guardare il mondo.
Grazie per aver letto fin qui.
Aspetto i vostri commenti.
Siete mai stati in una relazione a distanza? Quali erano le vostre paure? Hai dei consigli da dare, approffondirò sicuramente l’argomento.
Raccontare questa storia dopo anni ti ha permesso di darci una visione nuova, più matura. Non ho più la sensazione che si tratti di un diario di bordo o una pagina di diario dove scrivi quello che succede o quello che provi, è questo e molto di più! Si cambia, ci si evolve e con questo sguardo sul passato adesso analizzi le vostre emozioni, capisci quello che vi stava succedendo e i tuoi consigli sono sempre più giusti. Che questa saggezza ti aiuti sempre!
Grazie mille Eleonora, è proprio quello che ho cercato di fare. Ho voluto ricordare a me stessa perché ho aperto questo blog: non è un diario ma una finestra su alcune situazioni della mia vita che mi hanno fatta sentire isolata, non compresa, e voglio condividerle con gli altri, perché si possano sentire meno soli. Grazie di cuore!
E’ una storia meravigliosa..Grazie per averla condivisa!
Ciao Valeria, grazie mille a te per averla letta <3
Loved reading this Yasmin! It’s cute and informative. And you guys are so cute together! Stay blessed!
Thank you so much, Apurva! Stay blessed <3
Yassssssssssss this brings happy tears in my eyes!! So adorable!!
Thank you so much Mithil, we are very happy with your support!